Sia i bisfosfonati che il denosumab agiscono inibendo il riassorbimento del tessuto osseo. I bisfosfonati hanno un meccanismo di azione aspecifico determinando un danno (apoptosi) alle cellule che riassorbono l’osso, gli osteoclasti. Vi sono tipi di bisfosfonati di varia potenza. generalmente nel bambino si usa il neridronato (somministrazione ogni 3 mesi), che è l’unico bisfosfonato con indicazione in età pediatrica in Italia per l’osteogenesi imperfetta. Nell’adulto si possono utilizzare bisfosfonati molto più potenti come ad esempio l’acido zoledronico (somministrazione annuale). Il denosumab (Prolia), è un anticorpo monoclonale che si lega e inibisce in modo specifico il sistema RANK impedendo la differenziazione e l’attivazione degli osteoclasti. L’effetto è molto più specifico e potente, con una durata di azione di circa sei mesi con un’unica somministrazione. Non ci sono risultati a lungo termine con questo farmaco e in età pediatrica è utilizzabile solo nell’ambito di studi clinici controllati. Alla sospensione del denosumab, per evitare di perdere i benefici del trattamento, è indicato riprendere il trattamento con bisfosfonati.