Anche in questo caso bisogna sempre valutare la forma clinica di malattia, più o meno grave. Una persona con OI ha da una parte diritto di avere accesso ad una attività lavorativa che la renda socialmente integrata e utile. D’altra parte l’attività lavorativa dovrebbe essere commissurata alle possibilità fisiche della persona e non essere causa di un potenziale aggravamento della patologia (quindi lavori non usuranti). L’aiuto nella scelta della attività lavorativa dovrebbe far parte di tutte quelle misure di welfare che dovrebbero avere lo scopo di rendere la vita di tutte le persone vivibile nel modo più pieno possibile, dando a tutti le stesse possibilità. Se però pensiamo solo alla difficoltà nella rimozione di tutte le barriere architettoniche (cosa di cui possiamo accorgerci facilmente) ci rendiamo conto che il lavoro da fare è ancora moltissimo.