Spesso ci si trova di fronte a situazioni carenziali (vitamina D, Calcio) o di inadeguato apporto (fibre, vitamina K, oligoelementi) che non sono positive per lo scheletro e vanno corrette. Per ottimizzare la salute delle ossa nei bambini con OI bisogna evitare queste carenze ed educare le famiglie a intraprendere alcuni comportamenti positivi, come favorire il consumo di latte e latticini (positivo, a meno di allergie o intolleranze che possono essere comunque aggirate), limitare l’uso di bevande gassate (negativo, specie se contengono fosfati che chelano il calcio), prevenire l’obesità ed eseguire l’integrazione di vitamina D quando consigliata.
La carenza di vitamina D è un problema diffuso nei bambini in tutto il mondo e lo è anche nei pazienti con OI. In questo caso però bisogna evitare di aggiungere un ulteriore fattore di disturbo del metabolismo osseo (appunto il deficit di vitamina D) alla malattia in sé.
Bisogna monitorare attentamente durante il follow-up, in terapia o meno, i marcatori del metabolismo osseo e tutti i pazienti dovrebbero avere un apporto di calcio adeguato all’età in accordo con le dosi giornaliere raccomandate (o in alternativa assumere una integrazione con calcio) e utilizzare una supplementazione di vitamina D per mantenere sempre livelli normali di 25 OH-vitamina D nel sangue (> 75 mmol/L o > 30 ng/mL).
Avere normali livelli di vitamina D infatti:
– evita un aumento secondario del paratormone (PTH) e del turnover osseo e contribuisce a migliorare gli effetti positivi della terapia con bifosfonati (in termini di aumento di densità minerale ossea e diminuzione delle fratture)
– previene l’ipocalcemia durante e dopo la somministrazione di bifosfonati, anche se questo è un problema lieve che non provoca quasi mai segni clinici .
Valori al di sotto della norma di vitamina D e apporti insufficenti di calcio rischiano invece di rendere inefficaci le terapie farmacologiche (bisfosfonati o altro).